Nell’Alta Tuscia, tra la Toscana e il mar Tirreno, sorge la cittadina di Canino, in posizione privilegiata, circondato da due colline di circa 400 metri, note come “Le colline di Canino”.
Durante l’epoca etrusca Canino fece parte del territorio di Vulci; successivamente subì numerose dominazioni, dai romani, ai saraceni, fino a divenire proprietà dello Stato Pontificio.
Nei primi anni del XIX secolo, Luciano Bonaparte, in astio con il fratello Napoleone, si stabilì in questa zona, con il titolo di principe di Canino.
Grande uomo di cultura, Luciano Bonaparte, rilanciò gli studi e le ricerche archeologiche sul territorio, fino al 1840, anno della sua morte, a Viterbo. Pochi anni dopo la sua proprietà venne venduta e la collezione etrusca che aveva raccolto in quegli anni andò completamente persa.
Ancora oggi le spoglie di Luciano e della sua famiglia riposano nella Cappella Bonaparte della Collegiata dei Santi Apostoli Giovanni e Andrea.
Nella stessa Collegiata sono custodite le reliquie di San Clemente, compatrono della città di Canino, oltre a numerose tele settecentesche e ad una Natività della scuola del Perugino.
Subito fuori dal centro abitato meritano una visita il Convento di San Francesco e la Cappella della SS. Annunziata, risalente al X secolo, dove si dice abbia pregato anche lo stesso frate di Assisi.
Canino nella storia: la città etrusca di Vulci
Ad una decina di chilometri da Canino sorgono i resti dell’antica Vulci, l’area archeologica, ricca di reperti interessanti e di tombe finemente affrescate, e il Castello Dell’Abbadia, che sorge in una zona pianeggiante assolutamente incontaminata, a poca distanza dal mare.
Qui scorre il fiume Fiora che dà origine a piccoli rivoli che attraversano le rocce vulcaniche presenti nella zona. Nel parco archeologico è possibile percorrere diversi sentieri di trekking alla scoperta dei resti della civiltà etrusca, delle tombe e della natura circostante, fino al Lago Pellicone.
Canino in tavola: l'olio della Tuscia d.o.p
Ma Canino è anche e soprattutto famosa per la produzione di un pregiato olio extravergine di oliva, famoso in tutta la Penisola.
L’olio di Canino ha assunto la denominazione D.o.p dal luglio 1996, uno tra i primi in Italia ad ottenere tale riconoscimento.
Per avere tale denominazione gli ulivi devono essere coltivati nei terreni vulcanici o calcareo-silicei situati entro i 450 metri di altitudine sul livello del mare. Fanno parte del distretto dell’olio D.o.p. gli uliveti che sorgono nelle cittadine di Canino, Arlena di Castro, Ischia di Castro, Cellere, Tessennano, Farnese, e in parte, Tuscania e Montalto di Castro.
Ne nasce un olio dal colore verde smeraldo, dal sapore deciso e dal retrogusto amaro e piccante, tutto da gustare!
Per scoprirne di più, leggi la guida completa di Canino.