La Tuscia, da 1 milione e 700 mila a 10 mila anni fa, ha vissuto un lungo periodo di attività vulcanica che ha modellato il suo territorio dando origine a laghi vulcanici e formazioni di roccia, peperino e soprattutto tufo.
Da questa attività sono nati terreni fertili, ottimi per la produzione vitivinicola per esempio, e attività di vulcanesimo residuo, come le sorgenti di acqua termale sfruttate fin dall'antichità a scopo curativo.
Ed è proprio il tufo il materiale più usato fin dai tempi degli antichi Falisci ed Etruschi e quello che predomina nei piccoli borghi caratteristici, arroccati su speroni e calanchi dilavati. Si tratta di piccoli scrigni di bellezza e tradizioni le cui case poggiano direttamente sulla roccia o su antiche grotte scavate nel tufo, che vi invitiamo a scoprire, perché non si può andar via dall'Alto Lazio senza visitare le 5 città del tufo della Tuscia.
Blera
La prima città del tufo che vi consigliamo è Blera, collocata su di un altopiano tufaceo separato da due profonde valli, poco distante dal Parco Regionale Marturanum e da Barbarano Romano, raggiungibile attraverso un interessante sentiero di trekking.
Il suo nome deriva probabilmente dall'etrusco “phlera”. Il borgo è stato un importante centro fin dall'Età del Bronzo per poi diventare, grazie anche alla sua posizione strategica tra due corsi d'acqua, città etrusca di notevole rilievo tra il VII e il V secolo a. C. Numerose le necropoli di grande interesse archeologico che si possono scorgere intorno al suo nucleo e testimoniano la vitalità del centro ancora nel I secolo a.C.
Bomarzo
Bomarzo sorge a una ventina di chilometri da Viterbo ed è famosa soprattutto per l'affascinante e originalissimo "Parco dei Mostri" o "Sacro Bosco", fatto realizzare da Vinicio Orsini a metà del XVI secolo.
Esso, diversamente dal rigore dei giardini all'italiana di Villa Lante, segue un progetto architettonico molto particolare per l'epoca ed è costellato da gigantesche statue in tufo che rappresentano figure mitologiche e misteriosi animali.
Calcata
Di Calcata abbiamo già ampiamente parlato nell'articolo ad essa dedicato; si tratta di un borgo, tra Roma e Viterbo, scelto da numerosi artisti locali e non, per la sua tranquillità, il fascino dei suoi vicoli e delle sue casette in tufo e il suo essere immersa all'interno del bellissimo Parco del Treja, luogo perfetto per gli amanti della natura e del trekking.
Civita di Bagnoregio
Civita di Bagnoregio è famosa in tutto il mondo come "la città che muore"; dopo un periodo di abbandono, la località è diventata centro di grande interesse turistico e conta ogni anno numerosi visitatori, incuriositi dalla sua storia e dalla sua stessa conformazione geologica.
Essa un tempo era collegata a Bagnoregio, comune di cui fa parte, da una lingua di terra attraversata da un'antica strada che collegava la zona del Tevere con il Lago di Bolsena.
Le erosioni del terreno argilloso ricco di corsi d'acqua e il terremoto del 1695 hanno fatto crollare quel terrapieno e hanno dato origine alla famosa Valle dei Calanchi che ancora oggi ammiriamo e sulla quale si staglia il ponte in cemento armato ad esclusivo uso pedonale che ad oggi rappresenta l'unico modo per raggiungere Civita.
Uno scenario suggestivo, ma anche molto molto fragile e precario, che ha bisogno di continui interventi per evitare ulteriori erosioni e frane.
Vitorchiano
Vitorchiano è un borgo di peperino che sorge però su un massiccio sperone di tufo. A pochissimi chilometri da Viterbo, rappresenta la fusione perfetta tra le due pietre più famose della Tuscia, tra il rosso del tufo e il grigio austero del peperino che abbiamo già visto nel bellissimo centro storico di Viterbo ed in particolare nel quartiere di San Pellegrino.