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Il Museo del Brigantaggio di Cellere sorge in quello che un tempo era il mattatoio della cittadina. Come afferma il sito ufficiale del centro museale: “Un museo dedicato a storie cruente nasce sul luogo dove tanto sangue è stato sparso”.
Il Museo offre la possibilità di conoscere più da vicino la storia e la cultura del Nord del lazio, di un territorio che nel corso dell’Ottocento ha conosciuto importanti e dolorosi fenomeni di illagalismo e personaggi che nel tempo hanno ricevuto l’etichetta di briganti.
Esso si sviluppa su due piani. Il piano terra rappresenta le ragioni storiche e le fonti documentarie coeve del brigantaggio con filmati ed esperienze pratiche; la scenografia ricostruisce un ambiente boschivo e un treno, il primo a rappresentare la tradizione, il secondo la modernità delusa. Il secondo piano è invece dedicato alla figura di Tiburzi, famoso brigante di Cellere la cui storia e le cui vicende sono raccontate attraverso delle installazioni multimediali.
Il Museo termina con la “taverna del brigante”, spazio dedicato all’immagine del brigante nei suoi usi contemporanei. Il Museo del Brigantaggio può essere definito etno-antropologico: esso infatti non tralascia nessun aspetto di quella che fu la storia dei briganti maremmani e restituisce l’immaginario presente e passato sul fenomeno alla luce di infinite linee di ricerca e di fonti diversificate.
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