La leggenda narra che Proceno fosse stato voluto da Porsenna, il lucumone di Chiusi, che ordinò la costruzione di una città in onore della dei Uni, i quali lo aveva salvato dall’attacco di un feroce cinghiale.
Passando dalla leggenda alla realtà , numerosi reperti sono a testimonianza delle origini etrusche del paese di Proceno, mentre per gli anni a seguire, fino al Medioevo, non si hanno più notizie certe sull’insediamento.
Poco prima dell’anno 1000 si ha traccia di un Castrum, costruito per difendere la popolazione dalle numerose incursioni presenti sul territorio in quell’epoca.
Nel 976 il paese andò sotto il dominio di Orvieto e nel 1083 le truppe di Enrico IV lo distrussero completamente. Nel 1097 Proceno venne ricostruito, grazie ai Conti Bovacciani di Chiusi.
Durante l’epoca dei conflitti tra guelfi e ghibellini, il paese si schierò dalla parte guelfa, ma fu occupato dagli orvietani ghibellini, cacciati da Enrico VI. Questi abbandonarono Proceno solo quando un accordo tra Enrico VI e Napoleone Orsini consentì agli orvietani ghibellini il ritorno alla loro città .
Nei secoli successivi si alternarono potere della Chiesa e potere imperiale.
Nel 1251 Proceno si sottomise ad Orvieto fino a che, durante lo scisma d’ Occidente, non divenne patrimonio degli antipapa Clemente VII (1394) e Giovanni XXIII. Quest'ultimo infine lo cedette agli Orsini.
Dopo la famiglia Orsini, ci furono gli Sforza e successivamente i Mazzanti, finché Proceno non tornò di dominio esclusivo della Santa Sede, fino all’ Unità d’Italia.